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giovedì 1 novembre 2012

Crescita zero. A cosa servono realmente le tasse?

Anche in questi giorni si discute di spending review, di pareggio di bilancio e, inevitabilmente, di tasse.
Il problema è: a cosa servono realmente queste tasse? La risposta sembra semplice: a far funzionare lo Stato. A ricavare le spese per la sanità, le scuole, le infrastrutture, le pensioni.
Ma è davvero cosi? Oppure servono solamente a pagare i debiti delle banche mentre poco o nulla rimane ai cittadini?

Proviamo a rispondere descrivendo cosa succede in due tipi di Stati, quelli a moneta sovrana (come gli USA, la Svezia, il Giappone o l'Italia prima del 2002) e quelli non a moneta sovrana, come i 17 paesi dell'area Euro (tra cui oggi l'Italia).
I primi, quelli a moneta sovrana, "creano" la propria moneta e la immettono nella collettività in forme più o meno complesse (come i titoli di Stato). Le tasse sono i soldi che il governo ha prima immesso e poi si è ripreso (in percentuale minore). Poiché le tasse vanno obbligatoriamente pagate nella moneta dello Stato, che solo lui può creare, si tratta davvero dei "suoi" soldi. Ma se lo Stato, ad esempio, ha immesso 100 e incassa 30 (con le tasse), come fa a tenere in piedi infrastrutture, sanità, pensioni ecc...?
Ecco il punto. In uno Stato a moneta sovrana questi servizi non sono finanziati con le tasse ma, molto semplicemente, con altra moneta. E quindi con il ricorso al deficit. Il deficit? Orrore! ci hanno sempre detto che il deficit è il demone da combattere. E poi a che servirebbero le tasse? perché gli Stati come il Giappone o gli USA tassano?
Le ragioni sono sostanzialmente tre:
1) limitare l’inflazione. Vale l’equazione: inflazione = troppo denaro in giro e troppi pochi prodotti. Se ciò accade, lo Stato tassa, si riprende i suoi soldi elargiti spendendo, e drena così l’allagamento di denaro per contenere l’inflazione.
2) scoraggiare o  incoraggiare taluni comportamenti. Si tassa l’alcool, il fumo, o l’inquinamento, e si detassano le beneficenze o le ristrutturazioni, ecc.
3) imporre ai cittadini l’uso della sua moneta sovrana. E’ l’unico modo. Pensiamoci bene: non esiste altro motivo per cui i cittadini debbano accettare la moneta di Stato, se non le tasse. Ognuno di noi, se vuole, potrebbe teoricamente inventarsi una moneta e stamparla. Ma a cosa servirebbe se la tassazione dovessimo comunque pagarla nella moneta ufficiale dello Stato? Ogni altra moneta “non ufficiale” diventa quindi carta straccia.

La cosa migliore che uno Stato a moneta sovrana può fare per i propri cittadini è di spendere a deficit, cioè creare debito pubblico. Se la spesa a deficit dello Stato è ben diretta, essa produrrà una crescita economica della collettività (diventerà più ricca e spenderà di più); questa crescita alzerà il Prodotto Interno Lordo (PIL), che a sua  volta aumenterà le entrate fiscali senza aumentare le tasse.
Questa operazione arginerà automaticamente il deficit in un circolo virtuoso. Ancora più importante, l’indebitamento a deficit dello Stato limiterà l’inflazione perché stimolando la ricchezza nazionale si stimola la produttività (come detto l’inflazione corrisponde a troppo denaro in giro e pochi prodotti).

La storia e l’attualità mostrano come questi schemi siano correntemente utilizzati. Durante e dopo la seconda guerra mondiale gli USA usarono il debito e il deficit per creare una ricchezza senza precedenti fra gli americani (beni finanziari al netto) e di conseguenza nel resto del mondo. L’America ha moneta sovrana. Fu il periodo più prospero che le economie moderne ricordino: Washington viaggiava con un deficit di bilancio del 25% del PIL. Per rimanere a noi, l’Italia degli anni ’80 era ai primi posti in Europa per produzione industriale e per risparmio privato pur con un deficit enorme.
Il Giappone negli anni ’90  si trovò in piena deflazione (pochi soldi in giro e troppi prodotti invenduti), interessi sul debito al rialzo, e stagnazione. Ha il Giappone mai mancato un pagamento dei suoi debiti? No. Neppure quando le agenzie di rating l’avevano declassato. Perché non ha fatto bancarotta? Perché ha moneta sovrana e i mercati sanno che può pagare sempre senza limiti di spesa. Oggi il Giappone ha un debito pubblico che è del 229% del PIL, il più alto del mondo, quasi il doppio dell’Italia (119%). Gli USA sono al 100% del PIL, come Irlanda e Portogallo. Eppure Tokyo e Washington non sono strangolati dagli alti tassi d’interesse sui prestiti, mentre Italia, Portogallo e Grecia si.

E veniamo quindi ai nostri problemi.
I 17 Stati dell’Eurozona NON hanno moneta sovrana, in quanto l’Euro NON fa capo ad alcuno Stato. I paesi dell’Eurozona lo possono solo usare, non creare come accade invece nei Paesi a moneta sovrana (USA col dollaro, Giappone con lo yen ecc.). Germania, Italia, Grecia per poter spendere devono cercarsi i soldi proprio come un normale cittadino alla prese con l'acquisto dell'auto o della casa.
Bene, con l’entrata nell’Unione Monetaria Europea i governi hanno soli due modi per trovare i quattrini:
1) tassando i cittadini
2) chiedendo finanziamenti ai mercati privati di capitali, che detteranno i tassi di interesse mettendoci in competizione gli uni con gli altri
A questo punto i nostri debiti nazionali sono veramente un problema, perché dobbiamo ripagarli ai privati da cui abbiamo preso in prestito gli euro, mentre uno Stato a moneta sovrana è indebitato unicamente con se stesso (e NON deve tassare i cittadini per poter spendere).
E’ evidente che non potendo più noi emettere moneta con  cui onorare quei debiti  veniamo considerati a rischio di insolvenza dai grandi mercati di capitali, che non hanno più fiducia in noi e ci declassano. Abbiamo perso ogni garanzia di autorevolezza monetaria e finanziaria: i mercati stessi ci stanno bocciando a man bassa. Significa perdita d’investimenti immensi, cioè perdita di posti di lavoro e tagli a tutto ciò che è pubblico.
Ecco le reali ragioni della corrente crisi europea, che non riguarda solo Grecia e Italia o Portogallo e Spagna, ma assolutamente tutti, Francia e Germania inclusi. A questo noi italiani aggiungiamo un sistema economico poco competitivo  e una cultura politica disastrosa (vedi alla voce corruzione).

A cosa servono davvero le tasse nei paesi dell’Eurozona? a pagare i debiti che gli Stati hanno contratto con gli istituti privati, impoverendo i cittadini. Ecco perchè le manovre finanziare stanno generando solo effetti recessivi.
Il pareggio di bilancio che l’Italia ha promesso per il 2013 servirà forse a tranquillizzare i mercati. A noi cittadini porterà solo più tasse, più disoccupazione, meno investimenti e meno servizi.


Approfondimenti sul sito: www.paolobarnard.info
 


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